dalle origini ad Ansâr al-Sharî’a (AST)

Dopo la caduta di Ben Alì, un viaggio consapevole in Tunisia NON può prescindere da una conoscenza almeno di base dei “problemi” socio/politici/terroristici che hanno attraversato e attraversano la Tunisia, la vicina Libia e tutti gli altri Stati nei dintorni… dall’Egitto alla Siria, Irak…  e agli Stati Europei. In realtà anche… prima della caduta del regime del Presidente-Dittatore, sarebbe stato utile conoscere questi temi, in quanto non sono problematiche nate “ieri”. Ma se prima (sotto il suo regime poliziesco-militare) questi aspetti erano tenuti repressi (e covavano e crescevano sotto la cenere) ora sono venuti alla luce. Vorrei per prima cosa vorrei dire due parole sull’Islam, poi mostrarvi un ottimo video che da una panoramica molto chiara sulle “origini” di tutti questi casini, e poi proseguire con un importante testo più specifico sulla Tunisia, che è qui il tema che più ci interessa.

Prologo

Intorno al VII secolo dopo Cristo la penisola arabica era abitata da popolazioni molto diverse tra loro, che avevano però alcuni caratteri in comune (in primis la lingua, poi l’ordinamento sociale (erano divisi in tribù) e la religione politeista e il culto della Pietra Nera, che si trovava a La Mecca).

Questo stato di cose fu completamente cambiato da Maometto che riuscì ad eliminare i culti pagani e a riunire tutte le tribù sotto una nuova religione monoteista: l’Islam. Maometto fino all’età di 20 anni era stato un mercante e aveva viaggiato molto in Siria e in Palestina. Secondo la tradizione, una notte, l’Arcangelo Gabriele gli rivelò che era stato scelto dal cielo e che d’ora in avanti avrebbe dovuto diffondere la nuova fede caratterizzata dalla sottomissione assoluta dell’uomo a Dio

L’Islamismo, religione in cui non ci sono sacerdoti ne’ sacramenti, è basata su 5 principi fondamentali:

  • la professione di fede
  • la preghiera quotidiana
  • l’elemosina per i poveri
  • il digiuno nel mese del Ramadan
  • l’obbligo di andare almeno una volta nella vita a La Mecca

E’ inoltre proibito consumare carne di maiale e bevande alcoliche.

Maometto seppe trasformare completamente la comunità araba—> l’Arabia pre islamica, debole e frammentata, divenne con lui un’unica e grande comunità regolata dal Corano, le cui norme toccavano qualunque aspetto della vita umana, sociale e politica. Maometto, che aveva dovuto lasciare La Mecca il 16 Luglio 622 (data di partenza per il calcolo del tempo nei calendari musulmani) a causa dell’opposizione dei mercanti (che vedevano minacciati i loro commerci e la fede tradizionale), vi fa ritorno solo nel 630, ormai acclamato da tutta la comunità come “Il Profeta”.  Muore nel 632, senza lasciare eredi e senza designare chi avrebbe dovuto essere il suo successore.

Ciò fu causa di una divisione della comunità in due fazioni: da una parte i sunniti che volevano scegliere il capo della comunità per elezione in base al merito e dall’altra gli sciiti che volevano come capo della comunità un discendente del profeta. Questi contrasti durarono alcuni anni (ci  fu un periodo di califfato… la parola non vi è nuova, vero?) finché prevalse la posizione sunnita e la guida della società islamica passò sotto agli Omayyadi che trasferirono la capitale a Damasco. Contemporaneamente a questi eventi gli Arabi avevano iniziato una politica di espansione che li portò, in meno di un secolo, a formare un impero che andava dall’Oceano Atlantico (a Ovest) fino al bacino del Gange (ad Est). Come riuscirono in questa impresa?

L’impero islamico

Sicuramente furono favoriti dalla debolezza dell’impero persiano e di quello bizantino, impegnati a farsi la guerra fra loro, e anche dal fatto che le popolazioni che vivevano sotto il controllo persiano e bizantino si arresero facilmente agli arabi che si dimostrarono tolleranti sotto molti aspetti: i sudditi non musulmani erano liberi di professare la propria fede (naturalmente se erano in regola con il pagamento delle tasse!).

La fede islamica non venne sempre imposta con la forza, ma fu progressivamente adottata dalle persone sia per il significato religioso, sia per il fatto che i convertiti non dovevano più pagare le tasse.

***

Dedichiamoci ora alla Tunisia. Quello che segue è praticamente il testo della Tesi di Laurea dal titolo omonimo della dottoressa Badia A. , matricola 841***, (Anno accademico 2013/2014, Università Ca’ Foscari di Venezia, Corso di Laurea magistrale in Lingue e Culture dell’Asia de dell’Africa Mediterranea), relatore Chiarissimo Prof. Barbara D.P. e correlatore Chiarissimo Prof. Marco S. . Non cito i cognomi nonostante la Tesi sia materiale pubblico.

A me non va alcun merito se non il tentativo di aver cercato di renderla in alcuni punti più “fruibile” al lettore che si trova qui in questo sito web per motivi di “viaggi avventura” e certamente non per motivi accademici di ricerca sociologica e politica nè di teologia islamica. In pratica ho tolto alcune (piccole) parti troppo tecniche e ho aggiunto delle foto per dare un volto ai tampi personaggi nominati, e dei riferimenti (link ecc.) per rendere il testo più “interattivo”. Ho ampliato (in alcune voci) il Glossario dei termini arabi e degli acronimi, in modo da facilitare il lettore a districarsi tra decine di sigle di movimenti e gruppi.

Questa Tesi ha – a mio modo di vedere – un valore immenso in quanto offre uno “spaccato” estremamente approfondito della situazione attuale, alla luce di quella storica. Inoltre, cosa che voi non potete vedere qui in questo sito, praticamente OGNI AFFERMAZIONE ha – come ogni lavoro scientifico che si rispetti – il suo riferimento bibliografico (e anche la bibliografia come la Tesi è estremamente approfondita). 

Glossario

Abd al Azîz Tâlbi (morto nel 1944), politico tunisino, uno dei fondatori del partito Destour, l’unico partito rappresentativo della Tunisia indipendente fino al 1930.

Abdallah Azzam: Con la cooperazione di Osâma Bin Lâden, Adballah Azzâm fonda in territorio afgano, un’organizzazione chiamata ‘Maktab al-Khadamat’ (MAK), nota in italiano come ‘Ufficio dei Servizi’.

Abu Iyad / Abu Ayyad al-Tunsi / Seifallah Beh Hassine: fondatore di Ansar al-Sharia (https://en.wikipedia.org/wiki/Seifallah_Ben_Hassine)

Abu Bakr Naji: autore del libro “Management of Savagery” o “Gestione della ferocia“, una delle opere jihadiste più articolate finora scritte. Potete scaricare qui il libro in inglese.

Abû Qatâda al-Filastînî: ideologo islamista

al-Nadha o Ennadha (Rinascimento): partito politico islamico tunisino. Per poter partecipare alle elezioni legislative del 1989, l’ MTI (movimento di Tendenza Islamica) cambia il suo nome in al-Nahda. MTI a sua volta era l’ex al-Jama al-Islamiyya

AQIM o AQMI: ex GSPC, a partire dal 2007 si chiama al-Al-Qaîda nel Maghreb Islamico

Al-Salif al-Sâlih: I “pii avi”, le prime due generazioni che seguirono alla morte i Muhammad, garanti dell’autenticità della trasmissione del Corano e degli Hadith.

Al-wala’ wa al-bara’: Letteralmente “lealtà e dissociazione”: L’espressione viene utilizzata per ordinare ai musulmani di rimanere fedeli agli altri musulmani e mostrare aperto odio verso gli infedeli e tutto ciò che va contro le Sue leggi.

Al-Quaeda: nasce nel 1989 dalla costola afgana del MAK (by Bin Laden & Abdallah Azzam)

Ayman Muḥammad Rabīʿ al-Ẓawāhirī: (in arabo: ايمن محمد ربيع الظواهري‎; Kafr el-Dawar, 19 giugno 1951) è un terrorista egiziano. Dal 16 giugno 2011 è ufficialmente il capo del gruppo terrorista islamico al-Qāʿida in seguito alla morte di Osama bin Laden, dopo essersi impegnato, in un video pubblicato l’8 giugno 2011, a continuare il suo operato. Nato in una famosa famiglia egiziana che vanta magistrati, letterati e medici, Ayman al-Zawàhiri è, oltre che medico egli stesso, scrittore e poeta. Si afferma da più parti che egli sia stato il capo dell’organizzazione militante fondamentalista Jihad dell’Egitto Islamico. Parla, oltre all’arabo, il francese e un inglese fluente. (fonte)

Al-Jama al Islamiyya (Gruppo Islamico): associazione islamista tunisina fondata dal 1972 da Rachid Gannouchi. Scoperta (dalla Polizia) nel 1980, cambia nome in Movimento della Tendenza Islamica (MTI).

Ansâr al-Sharîa (acronimo AST) : gruppo jihadista fondato da Seifallah Ben Hassine (alias Abu Iyad o Abu Ayyad al-Tunsi) nel aprile/magio 2011. Dichiarato “gruppo terroristico” dal Governo tunisino il 27 agosto 2013. E’ possibile (vedasi nel Capitolo 3) che AST sia stata in realtà fondata prima, nel 2006, o almeno che ne fossero gettate le prime basi.

AST: Ansâr al-Sharîa in Tunisia

Ajnad al-Khilafa: gruppo jihadista che opera nelle montaghe occidentali della Tunisia nella zona di Kasserine. Il gruppo è  da jihadisti che avevano lasciato al-Qaeda dopo la proclamazione del Califfato nel mese di giugno 2014, è entrato in azione per la prima volta nell’aprile 2015 quando ha attaccato un convoglio militare nei pressi di Sbeitla, Kasserina, uccidendo 5 soldati e ferendone altri 10. A seguito dell’attacco Ajnad Al-Khilafa ha dichiarato la propria appartenenza allo Stato Islamico, nonostante lo stesso – pur avendo chiesto nel mese di marzo quando sarebbero stati pronti i musulmani fondamentalisti in Tunisia – non ne abbia ufficialmente dichiarato l’affiliazione. Di questo gruppo fa parter / è il capo Borhène Booulaâbi, arrstato il 6 gennaio 2018. (fonte)

Califfo: Termine arabo attribuito ai successori del Profeta Muhammad. Dotato di autorità temporale, è la guida politica della comunità il cui scopo primario è la salvaguardia dell’Islam e l’applicazione della sharia.

Califfato: Il termine “califfato”, al-Khilâfa in arabo, si riferisce ad un unico sistema di autorità temporale esercitato dal successore del Profeta sulla comunità dei credenti.

Dâr al-harb: Letteralmente “casa della guerra”. Il termine indica i territori governati da leggi secolari.

Dâr al-Islâm: Si traduce letteralmente con “casa dell’Islam”.

Da’wa: È la predicazione pacifica attraverso la quale si richiamano gli altri all’Islam.

Fard ‘ayn: dovere personale, in questo contesto riferito al dovere di compiere la Jihad

Fatwâ: Opinione islamica che, rilasciata dal muftì, ha valore di legge.

FIT: Nel 1989, optando per l’esilio, Ghannouchi lascia la Tunisia e si dirige in Sudan. Il regime islamista sudanese gli fornisce un passaporto diplomatico utile per migrare a Londra. Qui, Ghannouchi si presenta come un semplice militante civile critico verso la dittatura di Ben Ali. Nella capitale inglese fonda il Fronte Islamico Tunisino (FIT), un gruppo jihadista che si ispira al gruppo algerino GIA (Groupe Islamique Armé).

GIA: Gruppo Islamico Armato (Algeria)

Giovani tunisini: un cerchio che comprende studenti di scuole francesi e diplomati della scuola islamica Zaytûna rappresentati da ‘Abd al Azîz Tâlbi (morto nel 1944), colui che diventerà uno dei fondatori del partito Destour, l’unico partito rappresentativo della Tunisia indipendente fino al 1930.

Gruppo Combattente Tunisino: Nel 2000 in Afghanistan, nella città di Jalalabad viene co-fondato il Gruppo Combattente Tunisino (TCG) da Bin Lâden e Abû ‘Iyâd, alias Saîf Allâh Bin Hassine, l’attuale Emiro di Ansâr al- Sharîa il gruppo jihadista fondato nel 2011 in Tunisia.

Gruppo Islamico: vedasi Al-Jama a -Islamiyya

GSPC: gruppo jihadista algerino “al-Jamâ al-Salafiyya li-Da’wa wa al-Qitâl”

Hâkimiyya: È il concetto islamico che indica la “sovranità di Dio”, sviluppato dai moderni teorici del jihad di cui l’egiziano Sayyid Qutb è il maggiore esempio. In base a questo concetto i jihadisti giustificano la lotta contro l’apostasia che regna nei paesi islamici.

Hisba: conceto sviluppato dal teologo medievale persiano al-Ghazâlî, l’hisba è la nozione per cui ogni musulmano è tenuto a “promuovere il bene e proibire il male

Ibn Taymiyya: (Harran, 22 gennaio 1263 – Damasco, 26 settembre 1328) è stato un giurista e teologo arabo ḥanbalita, vissuto nell’attuale Siria. Appartenente a una nota famiglia di teologi, Taqī al-Dīn Abu l-‘Abbās Ahmad ibn ‘Abd al-Halīm ibn ‘Abd al-Salām Ibn Taymiyya al-Harrānī, più noto come Ibn Taymiyya, apparteneva al madhhab fondato da Ibn Hanbal e credeva quindi nel ritorno all’Islam delle origini e alle sue fonti originarie (Corano e Sunna). È considerato un convinto sostenitore del jihād e della necessità di applicare le norme della shari’a, tanto da diventare una figura di riferimento del cosiddetto Fondamentalismo islamico (fonte).

Ibn Khaldun: Il Cairo, 17 marzo 1406, equivalenti al 1° Ramadān 732 – 26 Ramadān 808), è stato il massimo storico e filosofo del Maghreb, e viene considerato un sociologo ante litteram delle società araba, berbera e persiana. È uno dei padri fondatori della storiografia e della sociologia, ed è considerato uno dei primi economisti. Ha introdotto la nozione di “storia ciclica”, fondata su fattori profani generati dalla naturale tendenza ad indebolirsi delle generazioni sedentarizzate, eredi dei conquistatori nomadi, trascinate però in una progressiva e inesorabile decadenza ad opera della ricchezza e dal modo di vita urbano. Molto apprezzato in Occidente per la modernità delle sue concezioni (fonte).

Imam: Letteralmente “guida”, può indicare sia colui che guida la preghiera, sia il capo della comunità o il califfo.

Islamic Army Shura: agli inizi degli anni ’90 Bin Lâden, trasferitosi in Sudan, si impone come “il capo di una confederazione jihadista internazionale” all’interno della quale egli istituisce l’Islamic Army Shura, il cui scopo è quello di arruolare gruppi provenienti da numerosi Stati

Jhailiyya: Letteralmente “ignoranza”; il termine viene generalmente utilizzato per descrivere l’epoca pre-islamica caratterizzata dal paganesimo e il caos. Reso di uso comune da Sayyid Qutb, il termine viene applicato anche ai tempi moderni.

JIA: Jihad Islamica Egiziana

Jihad: Significa “sforzarsi, lottare” in arabo. Il termine ha una connotazione religiosa che include una lotta esterna contro l’oppressione e la tirannia e una lotta interna, personale al fine di raggiungere la santità. Il jihad spirituale alla conquista della santità, anche detto jihad bil-nafs, è ritenuto da molti musulmani come il “Jihad Maggiore” o al-jihad al-akbar. Il concetto di jihad bil sayf, letteralmente il “jihad con la spada” o jihad violento è invece tradizionalmente ritenuto il “Jihad Minore” (al-jihad al-asghar).

Jihad Islamica o Banda di Sfax: (così rimoninata dai media tunisini poichè vari esponenti erano di Sfax): gruppo jihadista fuoriuscito dalla MTI

Kafîr: Infedele (plurale kuffâr).

Katiba Okba Ibn Nafaa:  brigata jihadista attiva in Tunisia sul monte Chaambi & dintorni. E’ nota anche col nome Uqba Ben Nafi (foto a sinistra)

LIFG: Gruppo dei Combattenti Islamici Libici

Malikiti: (https://it.wikipedia.org/wiki/Malikiti) seguaci del pensiero Malakita, scuola giuridico-religiosa fondata sulla scia dell’insegnamento di Mālik ibn Anas di Medina. Essi pur accettando che le fonti principali del diritto islamico siano il Corano innanzi tutto e la Sunna poi (con il Corano costituenti la Sharia), il malikismo accetta l′ijmāʿ e, come criterio accessorio, l′istiḥsān (in arabo: الاستحسان‎, “il sembrar buono”). L’importanza tutt’altro che marginale attribuita dalla scuola giuridica al retto giudizio del giurisperito (faqīh) diventa quindi un’opinione personale (raʾī) di notevole peso per i vari aspetti giuridici che non risultavano normate convenientemente dalle prime tre fonti del diritto, vista la complessa trasformazione della società islamica nei secoli.

MTI Movimento della Tendenza Islamica: vedasi al-Jama al-Islamiyya dopo il 1980, quando deve uscire dalla clandestinità e diviene un partito politico ricnosciuto

Muḥammad ibn ʿAbd al-Wahhāb al-Tamīmī al-Najdī (in arabo: محمد بن عبد الوهّاب التميمى‎; Al-‘Uyayna, 1703 – Dirʿiyya, 1792) è stato un teologo arabo, nato nella regione del Najd, nell’odierna Arabia Saudita, e il fondatore del movimento wahhabita che da lui prende il nome. Studiò alla Mecca e Medina (dove aderì al Hanbalismo), e poi a Basra (Bassora), dove fu espulso per le sue idee radicali, per essere poi miracolosamente salvato da un mulattiere mentre era in procinto di soccombere nel deserto. Fu poi a Baghdad, in Kurdistan e in Persia – a Hamadān e Iṣfahān – prima di soggiornare a Ḥuraymilā.

Spostatosi qualche anno dopo ad al-Dirʿiyya, convertì alla sua visione dell’Islam due fratelli del locale signore, il futuro re ‘Abd al-‘Aziz ibn Muhammad ibn Sa’ud (m. 1801) e infine lo stesso Emiro. I due sottoscrissero nel 1744 un patto ideale per affermare la causa neo-hanbalita nei territori governati dall’Emiro. Muḥammad ibn ʿAbd al-Wahhāb morì nel 1792 ad al-Dirʿiyya, dove insegnava giurisprudenza nella locale moschea.

Dedicò tutta la sua esistenza alla purificazione della religione islamica affinché ci fosse un ritorno al messaggio iniziale dell’Islam, così come istituito dagli al-salaf al-ṣāliḥīn (i puri antenati), ovvero i primissimi discepoli della religione islamica. Per questo motivo egli rigettò gli elementi a suo parere non-islamici, giudicati come perniciosamente innovativi ( bidʿa ) e politeistici ( shirk ), ossia “associatori (di divinità all’unico Dio)”.

Nella sua opera di riforma religiosa (fra cui spicca il Kitāb al-tawḥīd ,Il libro dell’Unicità divina), Muḥammad ibn ʿAbd al-Wahhāb denunciò diverse pratiche religiose delle varie confraternite mistiche sufi come eretiche e non ortodosse, così come la loro eccessiva venerazione ed idolatria delle figure dei santi-fondatori. Dal momento che tutti i musulmani devono pregare un unico Dio, essi non dovevano cercare l’intercessione di esseri umani, mortali e limitati, poiché la loro “santità” (il termine in arabo non esiste e si parla di “amicizia con Dio”) era effettiva solo durante la loro vita.

Considerò inoltre eretico anche il Kharigismo e lo Sciismo, e innovazioni non ammissibili altre pratiche religiose non originarie e introdotte successivamente tra i musulmani, come quella di festeggiare la nascita del profeta Maometto.

Okba Ibn Nafaa: vedasi Katiba Okba Ibn Nafaa

Osama Bin Laden: Osāma bin Muhammad bin ʿAwaḍ bin Lāden, più noto come Osāma bin Lāden o Bin Lāden (in arabo: أسامة بن محمد بن عوض بن لادن‎, Usāma b. Muhammad b. Awāḍ b. Lādin; Riyad, 10 marzo 1957 – Abbottabad, 2 maggio 2011), è stato un terrorista saudita, fondamentalista islamico sunnita, fondatore e leader di al-Qāʿida, la più nota organizzazione terroristica internazionale, attiva a partire dalla fine del XX secolo, di stampo jihadista, responsabile degli attentati dell’11 settembre contro gli Stati Uniti d’America e numerosi altri attacchi con “vittime di massa” contro obiettivi civili e militari. Nato nella famiglia bin Laden di etnia Kindita Yemenita dal miliardario Mohammed bin Awad bin Laden in Arabia Saudita, vi studiò all’università sino al 1979, anno in cui si unì alle forze dei mujaheddin in Pakistan contro i sovietici in Afghanistan. Aiutò finanziariamente i mujaheddin convogliando loro armi, denaro e combattenti dal mondo arabo in Afghanistan, guadagnandosi anche la popolarità fra molti arabi. Nel 1988 fondò al-Qa’ida. Esiliato dall’Arabia Saudita nel 1992, spostò la sua base in Sudan, finché la pressione statunitense lo costrinse ad allontanarsene nel 1996. Stabilì una nuova base in Afghanistan e dichiarò guerra contro gli Stati Uniti, dando inizio a una serie di attentati e attacchi simili. (fonte)

QMF: al-Qayrawan Media Foundation o Kairouan Media Foundation, ramo multimediale di Ansar Al Sharia

Qutb Sayyd (1906-1966), ideologo egiziano il quale ritiene che l’aspetto caratterizzante della umma, la comunità musulmana, non sia né linguistico né razziale, ma si basa essenzialmente sul principio dell’unicità di Dio, da cui deriva il concetto di hâkimiyya, o sovranità di Dio. E’ considerato uno dei “padri” del fondamentalismo e della jihad violenta (https://it.wikipedia.org/wiki/Sayyid_Qutb).

Rachid al-Ghannūshī, in arabo: راشد الغنوشي‎, in versione francesizzata Rachid Ghannouchi (al-Hamma, 22 giugno 1941), è un politico tunisino di orientamento fondamentalista che ha passato oltre venti anni di esilio a Londra prima di tornare in patria dopo il crollo del regime di Ben Ali nel 2011.

 

Sahwa: ramo del salafismo saudita: https://en.wikipedia.org/wiki/Sahwa_movement

Salaf: Tradotto letteralmente significa “avi, predecessori”. Il termine spesso si riferisce alle prime due generazioni di musulmani successive al Profeta. I pii avi erano ispirati da una prospettiva islamica austera a cui i violenti jihadisti aderiscono.

Salafismo: Corrente di pensiero islamica seguita dai sunniti databile alla fine del XIX secolo. Il movimento, rifacendosi all’esempio del Profeta Muhammad e dei Salaf, pretende di rivenire all’Islam originario (prima che questo fosse contaminato e corrotto dalle indesiderate innovazioni eretiche) attraverso una lettura rigorosa del Corano e degli Hadîth. Nonostante spesso il termine sia utilizzato intercambiabilmente con wahhabbismo essi non sempre sono sinonimi.

Salafismo quietista: viene definito da Q. Wictorowicz come ‘purista’ e da altri accademici come salafismo ‘scientifico’ o ‘scolastico’. La ricercatrice americana M. Marks crede sia meglio parlare di ‘salafismo scritturalista’. A suo dire questa corrente esiste in Tunisia, si tratta di uomini di mezza età, se non più vecchi, che dedicando la loro vita alla pietà quietista si tengono ai margini della politica considerando la democrazia, l’ultima ed estrema via da percorrere per realizzare il califfato.

Salafita significa “seguace dei fondatori dell’Islam”.

Seifallah Beh Hassine: vedi Abu Iyad

Shabâb al-Tawhîd (ST), organizzazione fondata nella primavera del 2014 in Tunisia. Secondo alcuni analisti potrebbe (condizionale) essere una riattualizzazione del ruolo giocato da AST nei sobborghi popolari e nelle zone rurali del paese. NDR: dal 2015 pare che infine non ci siano molte notizie al suo riguardo (tanti nomi e sigle compaionio e poi scompaiono nel panorama jihadista)

Sharia: Letteralmente “via”, “cammino”, è l’insieme delle norme giuridiche che regolano la vita dei musulmani in accordo al Corano e alla Sunna.

Takfîr: Dichiarare un musulmano di essere un kafir, un infedele.

Taghut: Potere ingiusto, tiranno.

Tawhîd: letteralmente “unità” è un concetto essenziale della fede islamica per cui Dio è Uno e Supremo. Riprendendo i principi dell’ulema saudita Ibn ‘Abd al-Wahhâb, i jihadisti ritengono che Dio è onnipotente e niente è a Lui comparabile; che è il solo a meritare adorazione e che non può in alcun modo esser raffigurato. In base all’interpretazione letteralista del tawhîd i jihadisti giustificano la lotta contro qualsiasi forma di deviazione. Ulema Il termine, di uso comune nelle lingue europee, indica i dotti dell’Islam nelle scienze teologiche e giuridiche.

TCG: vedasi Gruppo Combattente Tunisino.

Ulema: influente minoranza di esperti nel diritto islamico

Umma: Comunità o nazione di fedeli musulmani, fulcro del progetto jihadista.

Uqba Ben Nafi: vedasi Katiba Okba Ibn Nafaa

Introduzione

Dagli anni ’80 la Tunisia assiste ad una rapida e significativa evoluzione dell’attivismo jihadista all’interno dei suoi territori. Il jihad, inteso come un dovere che ogni musulmano è tenuto a compiere e come lo sforzo alla guerra e alla lotta armata per stabilire il califfato, unica forma di governo islamico riconosciuta, non ha mai fatto parte del patrimonio culturale del paese.

In Tunisia l’attivismo jihadista inizia a comparire a partire dagli anni Ottanta come reazione ad un governo laico che vieta e reprime qualsiasi forma di discorso islamico in generale. In questi anni, la breve vita del gruppo Jihad Islamica, rapidamente smantellata dal Presidente Habib Bourguiba, riflette l’aspetto disorganizzato e fragile del primo tentativo di strutturare una milizia jihadista in Tunisia.

Curiosamente, oggi il paese è diventato il primo fornitore di giovani combattenti nei diversi conflitti in corso in Iraq, Libia, Mali e Siria. Inoltre l’instabile situazione politica e di sicurezza tunisina ha attirato i veterani del jihad internazionale per fondare, per la prima volta nella storia del paese, Ansâr al-Sharî‘a in Tunisia (AST), un’organizzazione avente come ruolo principale quello di guadagnarsi il supporto popolare utile per intraprendere il jihad in Tunisia e al contempo fornire supporto logistico e strategico alle diverse brigate nascoste sia tra le montagne che tra le cellule dormienti delle aree urbane del paese stesso.

Per comprendere le dinamiche che si celano dietro l’evoluzione del jihad tunisino è impossibile prescindere dagli aspetti dottrinali e teorici che circondano il fenomeno. Il jihadismo è connesso ad una completta rete di termini derivanti dalla giurisprudenza (fiqh) islamica e a vari movimenti di pensiero coi quali condivide lo stesso sfondo ideologico. In particolare ci si riferisce al fenomeno salafita, che è un movimento vario e complesso e difficile da catalogare. Possiamo azzardare la schematizzazione seguente. In Tunisia pare vi siano queste tre componenti:

  • La salafiyya ‘almiyya, il salafismo ‘purista’, ‘scientifico’ o ‘scritturalista’: è rappresentato da uomini di mezza età che vivono vite tranquille dedicandosi alla tarbiyya, all’istruzione, insistono sull’implemento della sharia e rifiutano la democrazia tenendosi ai margini della vita politica
  • Il salafismo “politico” lo rappresentano, invece, i partiti di nuova fondazione i quali ritengono che la partecipazione al sistema democratico imperfetto possa servire da “veicolo per raggiungere una sorta di califfato” o un sistema politico maggiormente orientato verso l’implemento delle leggi della sharia
  • Il salafismo jihadista, infine, si caratterizza per la strenua opposizione partitica e per la legittimazione dell’uso della violenza. I jihadisti invocano la rivoluzione per applicare la loro singolare e rigida interpretazione della legge sacra.

Continua